Giugno è stato un mese disarmante, buono e cattivo per non dire crudele.
I presupposti per un mese straziante ci stavano tutti. La prima settimana, esattamente il primo giugno, partivo per Milano, e questa volta non era solo andata come ormai ero abituata. C'era un ritorno, 4 giorni più tardi, segnato da lacrime. E nell'arco del mese ho scoperto quanto l'aver abbandonato la mia casa mi abbia incattivita e abbia accresciuto dentro me un certo odio, sdegno e senso di repulsione verso me stessa (per non aver saputo fare di meglio), verso le persone che mi stanno attorno (come vogliono loro) e verso il posto in cui sono nata (che non può darmi nulla).
Il diario di Giugno parte cosi, tristemente, con foto ricordo di una giornata a Milano.
Sono tornata a casa, in Calabria, il 5 giugno. Mi sentivo come se mi avessero presa dal collo e riportata nel nulla, ma si sentiva che era casa.
Quello che amo di Giugno: le ciliegie. |
Primo giorno di mare. |
1 e 2: il mercato del venerdi, all'aperto sia l'estate che l'inverno; 3: una via di Soverato ricoperta da Buganville; |
Un diario un pò scarno ma le parole credo vadano tutte. E se pensate che io sia cinica beh provate voi a vedervi salire su un aereo mentre un sogno di saluta dal gate dell'aereoporto.
Spero in un Luglio migliore, chissà...
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